Il Soccorso Alpino del Trentino: il lato umano della montagna

1952. Dolomiti di Brenta. Quel giorno, piene di bellezza eterna, le Dolomiti richiamarono un gruppo di giovani escursionisti che partirono dal fondovalle in esplorazione. Quel giorno, i quattro compagni di cordata furono inghiottiti e presi in ostaggio nella pancia delle Dolomiti. Come Pinocchio nel pescecane. Passarono i giorni, e da quel crepaccio uscì viva una compagna di cordata, unica sopravvissuta. Tutta l’Italia ne rimase scossa.

2024. Durante un concerto de “I Suoni delle Dolomiti”, con le note di Bach, sotto le Dolomiti di Brenta, incantevoli al sole di mezzogiorno, quel tragico incidente appare inverosimile, qualcosa di mai accaduto, lì. Ma è la presenza in fondo al prato a rasserenarci: sono le donne e gli uomini del Soccorso Alpino del Trentino.

Il Soccorso Alpino e Speleologico del Trentino nacque, come necessità, proprio dopo l’incidente sulle Dolomiti di Brenta quel giorno del 1952. Scipio Stenico, medico e alpinista, diede il via a questo progetto fatto di persone, piene di coraggio e passione. Con un forte spirito di solidarietà, che le motiva a soccorrere la vita degli altri, senza chiedere il conto, il come e il perché della richiesta. 

In Trentino sono 800 i soccorritori. Sono operativi, a ogni ora, tutti i giorni dell’anno, chiamati a intervenire fino a 1400 volte l’anno, soprattutto tra luglio e ottobre. Volontari, con un livello di preparazione altissimo, in continua formazione, aiutati da strumenti tecnologicamente avanzati. Come l’elicottero, che ha rivoluzionato l’intervento in montagna, permettendo di raggiungere in pochi minuti luoghi prima inaccessibili 

Al concerto all’alba dello scorso settembre, li ho cercati con lo sguardo. Quando li ho visti, erano insieme, in squadra. Giacca rossa, frontalino acceso e per tutti un sorriso. Quando il sole si stava ancora alzando, Elena, mi pare di aver sentito il suo nome, stava portando una coperta a una ragazzina, che tremava tra il pubblico. Mentre si allontanava, in silenzio, tra le note, sulle mie montagne, le ho detto “GRAZIE”